“Valorizzazione e sostegno della famiglia naturale”: il consiglio comunale di Faenza, e con esso il Sindaco Malvezzi, PD, si schierano a favore dell’oscurantismo che minaccia questa povera Italia
Lunedì notte il consiglio comunale di Faenza ha approvato un ordine del giorno, proposto da un consigliere di Forza Italia, che impegna il Comune in posizioni ed azioni ben precise a favore del matrimonio tra un uomo e una donna, e quindi chiara indicazione contro la famiglia rappresentata da una coppia omosessuale. Esaltazione della genitorialità eterosessuale, richiesta alla Regione di istituire la Festa della famiglia naturale (come è stato fatto anche in Veneto recentemente) fondata su un uomo e donna e di promuoverne la cultura a tutti i livelli della società civile e delle istituzioni locali, richiesta al Governo di non applicare il Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa prodotto dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ne prevede l’insegnamento ai bambini, richiesta al Comune di introdurre il “Fattore famiglia” come criterio di sostegno alle politiche delle famiglie a Faenza.
Contributo fondamentale all’approvazione di questo ordine del giorno è stato fornito dal Sindaco Malvezzi, PD, e da altri 6 consiglieri del suo partito.
“Mentre da una parte il Governo è fermo sul tema dei diritti civili per le persone lgbt, continuando a tenerci in sospeso con una legge contro l’omofobia approvata solo a metà e più di un anno fa, e con una proposta di legge sulle unioni civili che langue in Commissione giustizia del Senato accerchiata da discussioni tra esponenti politici fuori e dentro il PD su quali e quanti diritti sia opportuni “tenervi” dentro – dichiara Paola Brandolini presidente nazionale di ArciLesbica – a livello locale pezzi del PD sembrano agire con determinazione e senza ostacoli a difendere un solo modello di famiglia per dire ai cittadini lgbt e al governo centrale che con la parità dei diritti loro non vogliono avere nulla a che fare”.
Quanto successo a Faenza è inaccettabile, e deve essere contrastato sono solo da parte della società civile amministrata da quel Comune e da quel partito, ma deve esserlo da parte di un partito di maggioranza relativa che governa il paese e che deve assumersi la responsabilità della coerenza e della chiarezza, a tutti i suoi livelli, sul tema dei diritti civili e della promozione di una cultura inclusiva.
Il Governo, nella persona del Ministro Alfano ha attaccato con immediatezza provvedimenti di civiltà come quelli delle trascrizioni comunali dei matrimoni omosessuali contratti all’estero dietro il paravento della correttezza amministrativa e legislativa, ebbene, ci aspettiamo, rispetto alla vicenda faentina, la stessa solerzia da parte del Governo e sicuramente del Segretario del Pd, senza paraventi, ma con chiare motivazioni politiche e culturali: rispetto di tutti i cittadini, della loro dignità e diversità, coerenza con le politiche dichiarate dal Governo, e rispetto al PD degli stessi documenti interni, integrazione con le politiche europee, riduzione del conflitto sociale, inversione di un tentativo di deriva oscurantista che rischia di danneggiare e impedire il progresso sociale e civile in un momento tanto più esposto a incertezza e difficoltà socio economiche.
“Se un dietro front non verrà fatto dal sindaco faentino e soprattutto se parole chiare non saranno pronunciate da Renzi su quel che è accaduto, – conclude Brandolini – non penseremo alla stantia e pavida pratica della libertà di coscienza così cara ai politici di questo paese e che peraltro tanti danni ha sempre fatto, ma all’incoerenza, inaffidabilità e collusione del partito di maggioranza relativa con chi vuole tenere l’Italia alle catene del privilegio, della schiavitù di poteri bigotti e liberticidi che frenano ogni possibile sviluppo vero e pieno del paese”.