La sentenza del Tribunale di Trento ha ratificato un provvedimento emanato da uno Stato straniero; Stato in cui sono in vigore leggi che consentono lagestazione per altri.
Apprezziamo il fatto che un Tribunale italiano riconosca l’esistenza di differenti modalità di genitorialità e presti l’attenzione all’istituto dell’adozione che andrebbe esteso alle persone dello stesso sesso così come il riconoscimento del legame di un bambino col genitore non biologico.
Ribadiamo però la nostra contrarietà alla legittimazione illimitata della GPA. Riteniamo si tratti di una pratica controversa che non può essere letta in termini semplicistici o ottimistici e che può introdurre nell’orizzonte simbolico la commerciabilità della vita umana disconoscendo il carattere materno della gravidanza – ridotta ad una attività meccanica.
La gravidanza è un processo di creazione di un essere umano che a nostro avviso non può sottostare alle leggi del mercato e alle logiche del profitto.
Noi pensiamo che solo la GPA altruistica, ovvero senza compenso tranne per il rimborso delle spese mediche effettivamente sostenute, sarebbe una valida garanzia di una pratica sottratta alle speculazioni mercantili pur consapevoli che purtroppo tale pratica – laddove trova normazione – prevede rimborsi che gettano dubbi sulla reale gratuità della prestazione.
La nostra è una lettura femminista, rigettiamo ogni possibile accusa di omofobia così come un eventuale vicinanza alle posizioni retrograde che usano questa sentenza per ricondurci ad un unico modello famigliare patriarcale.
Il movimento LGBT in Italia non presenta visioni univoche su questa pratica e il dibattito è molto vivace: vi è chi è favorevole alla pratica della gestazione per altri, vi sono altre voci invece che ne chiedono la abolizione a livello internazionale o esprimono contrarietà esplicitando preoccupazione per gli aspetti commerciali.
Roberta Vannucci, presidente nazionale ArciLesbica
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