Il ddl sulle unioni civili approda oggi in Aula al Senato per poi essere congelato in attesa della legge di stabilità. Dovremo attendere che i conti siano in ordine, prima di legiferare sui diritti civili.
Il nuovo disegno di legge non prevede l’estensione del matrimonio alle persone dello stesso sesso e questo è il manifesto di una realtà politica, che per le persone lgbt di questo paese è sinonimo di vuoto normativo e culturale. Lesbiche e gay non sono un tema etico e la politica e le istituzioni sono chiamate a colmare l’assenza di quei diritti che costituiscono dignità alla parola uguaglianza, fuori da qualunque conformismo.
Non chiediamo solo risposte adeguate, ma l’attuazione di una legge che riconosca le nostre esistenze. Questo provvedimento è già una mediazione, pertanto nessun’altra forzatura ideologica o tentativo di sottrazione, sarà un compromesso accettabile. L’Italia deve introdurre il riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso. A palazzo Madama si inizi dunque, almeno con una legge sulle unioni civili.
Lucia Caponera vicepresidente nazionale ArciLesbica