L’anatema sulle unioni civili c’è e il cardinal Bagnasco invoca la Costituzione per riconoscere in essa la difesa della famiglia naturale. Il presidente della Cei affianca alla sua onnipotenza una lectio magistralis sui diritti dei singoli e sull’impossibilita che le coppie omosessuali possano raggiungere la piena equiparazione dei diritti così come avviene nelle famiglie composte da un uomo e una donna. Perché? In questa Italia intrisa di falsa laicità, le coppie formate da persone dello stesso sesso costituiscono un tipo di relazione di altra natura. Siamo di fronte a un’ennesima dannatio animae, un tentativo che impera nell’oltranzismo cattolico di questo paese e che ancora una volta si profila come giudizio puramente ideologico. Le lesbiche, i gay, le persone transessuali, non vivono un amore ideologico. E ‘di qualche giorno fa l’affermazione di un altro rappresentante del clero – minore stavolta, un semplice frate tale Giorgio Maria Carbone– secondo cui le coppie gay sono più a rischio di infarti e suicidi. E’ inaccettabile giocare al medico si turno quando in questo Paese di omofobia si muore davvero ed è altrettanto motivo di sconcerto che il presidente del Consiglio partecipi a un convegno, in agenda domani, 25 Agosto, dal titolo “L’Italia e la sfida nel mondo” durante il meeting organizzato da Comunione e liberazione a Rimini. Quale sfida vuole vincere un Paese che non riesce ad uscire da un pantano politico quale quello in cui giace il ddl sulle unioni civili? E’ questa la sfida che un Paese civile dovrebbe affrontare e superare garantendo un primo, seppur minimo, riconoscimento dell’equiparazione dei diritti tra persone dello stesso sesso. Il resto è solo idiozia.
Lucia Caponera vice presidente ArciLesbica nazionale
Roma 24 agosto 2015