Le unioni civili saranno presto legge. Una legge che se da un lato colma un vuoto ormai insopportabile in tema di riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, all’altro dice che le lesbiche, i gay e le persone transessuali in questo paese, non hanno diritti pieni e legittimati. All’indomani della discussione generale conclusa alla Camera, c’è solo da attendere che il governo ponga la fiducia e che si vada al voto finale, con buona pace della politica, delle mediazioni, dei compromessi per i quali ha senso parlare di un buon risultato.
Ma la verità a dispetto dei trionfalismi parla chiaro e recita un consenso claudicante e non celebrativo. Una legge di iniziativa parlamentare che ha dovuto assecondare il sacro accordo con la voce omofoba della destra, passando attraverso un corridoio di sessismo e ignoranza, non è un traguardo. Parliamo di un atto dovuto.
Lucia Caponera vice presidente nazionale ArciLesbica