Eccoci al secondo appuntamento con ‘UNA CITTA’ CON LA “L” MAIUSCOLA’.
Un viaggio affascinante nella Vienna Lesbica, nella Vienna LGBT. Un viaggio attraverso il tempo, dove il passato ed il presente si confondono dove, tra tanta storia, ci si accorge di come la modernità e la civiltà non siano solo nell’architettura.
Grazie al Vienna Tourist Board che dal 1997 si occupa di promuovere e di scoprire le storie ed i luoghi della cultura LGBT.
UNA CITTA’ CON LA “L” MAIUSCOLA
Secondo appuntamento
Nei primi anni del ‘900 Vienna era un’esplosione di arte. Balletto, Opera, Scultura, Pittura, Fotografia… a Vienna si sperimentavano nuove ed indisciplinate tecniche, ardite forme di arte non convenzionale. Tutto era in movimento.
Ed è in questo fermento creativo che incontriamo Tilly Losch.
Ottilie Ethel Leopoldine Losch, detta Tilly, nasce nel 1903 a Vienna.
Inizia i suoi studi di danza da piccola, nel 1913 e nel 1918 entra a far parte del corpo di ballo e dopo poco ottiene il suo primo ruolo da solista. Il vero inizio della sua carriera artistica arriva con il ruolo di solista in un balletto del prestigioso Teatro dell’Opera, del quale diventa prima ballerina il 1° gennaio 1924.
Un incontro cambia la direzione di Tilly nell’arte, quello con Hedy Plundmayr. Hedy, anche lei ballerina dell’Opera, condivide con Tilly la passione per la sperimentazione del linguaggio del corpo, passione che le conduce allo studio della danza contemporanea e all’approfondimento della gestualità.
La strettissima collaborazione artistica e la comunità d’intenti sfocia in una passionale relazione.
Oltre al lavoro all’Opera, frequentano ambienti innovativi e studiano con Grete Wiesenthal e Mary Wigman. Con loro, Tilly si esibisce in teatri d’avanguardia.
Nell’agosto del 1927 Tilly si dimette dall’Opera per perfezionare il suo lavoro per il Festival di Salisburgo.
Insieme al danzatore tedesco Harald Kreutzberg, Tilly ed Hedy, iniziano uno studio sull’espressività delle mani dal quale nasce una straordinaria performance “Dance of the Hands” (Danza delle Mani) che viene presentata da entrambe al Festival di Salisburgo del 1927 e crea un marchio distintivo nell’interpretazione, incentrata sulla simbologia del movimento delle mani in relazione al linguaggio espressamente rivolto alla rappresentazione della relazione lesbica.
Poco dopo questo straordinario evento, nel 1928, Tilly ed Hedy si separarono.
Tilly si trasferisce a Londra e poi a New York, Hedy rimane a Vienna ed ebbe un grande successo negli anni dell’occupazione nazista. Per rimarcare la distanza fra loro cercarono di distruggere foto e filmati del loro lavoro comune e, per fortuna non vi riuscirono del tutto.
Le artiste lesbiche e soprattutto le ballerine, preferivano farsi fotografare da fotografe lesbiche che garantivano loro una lettura più vicina al significato della loro performance ed uno sguardo differentemente femminile al linguaggio del corpo ed al movimento artistico. Anche nella nostra storia furono scattate molte fotografie della Danza delle Mani e nel 2014 il Wiener Photoinstitut Bonartes, in collaborazione con l’Albertina di Vienna, ha messo a punto la mostra “Dance of the Hands”.
“Per le donne”, scrive Ines Rieder, storica, “il linguaggio espressivo delle mani ha avuto un notevole rilievo a livello pubblico, perché per la prima volta nella storia dell’arte vengono trasformate da oggetto passivo a soggetto espressivo”.
Per chi volesse vedere il video originale di “Dance of the Hands” ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=P_dOSfEnKJo
LUOGHI DI IERI E LUOGHI DI OGGI
Molto famoso per essere stato un teatro d’avanguardia che ospitava compagnie sperimentali e spettacoli di ricerca nei primi anni del 1900 e per tutti gli anni ’20 e ’30, il Volkstheatrer (teatro del popolo), ancora oggi tiene fede alla sua fama. Noto anche per essere frequentato da lesbiche e gay e per avere all’interno del suo staff di artisti donne lesbiche apertamente dichiarate e che vivevano in coppia.
Progettato dagli architetti Hermann Helmer e Ferdinand Fellner su richiesta della popolazione Viennese. Inizialmente concepito con l’idea di fare da contrappeso all’Hoffburgtheater; l’idea di un teatro più fruibile dalla popolazione viennese fu già di per stessa innovativa per l’epoca.
La prima costruzione prese il via nel 1889 con una capienza di 1.900 posti, ma per ragioni normative, durante la ricostruzione del dopo guerra, la capienza venne diminuita a 1.500. Attualmente contiene 970 posti.
Al suo interno ospita anche il Bar Rosso, dove si svolgono dibattiti, cabaret e piccoli concerti.
Quest’anno, il 20 giugno 2015, si è svolta la Pride Fest, solo per donne. Tra le presenti c’ero anch’io e posso confermare che questo teatro è un bellissimo spazio, articolato in maniera insolita, ma molto funzionale.
Tra i teatri importanti, ovviamente non possiamo non citare l’Opera di Vienna.
Inaugurato nel 1869 come teatro di corte, ne fu annunciata la costruzione nel 1860, inserito nel programma di forte espansione urbanistica che Vienna stava vivendo in quel periodo, soprattutto nel 6° e 7° distretto.
Alla gara d’appalto parteciparono molti nomi di spicco dell’architettura dell’epoca e alla fine del 1861 vennero approvati i piani di costruzione degli architetti August Sicard von Sicardesburg e Eduard van der Nϋll. Il teatro di 2.260 posti venne inaugurato il 25 maggio 1869 con il Don Juan di Mozart, in tedesco.
Quasi completamente distrutto dai bombardamenti alla fine della seconda guerra mondiale. La parte frontale, lo scalone ed il vestibolo e la sala da tè, murati per precauzione, rimasero intatti, vennero invece completamente distrutti dalle fiamme la sala ed il palcoscenico, insieme a 150 opere di scena e 150.000 costumi.
Nel 1945 fu annunciata la ricostruzione, nel ’46 iniziarono i lavori ed il 5 novembre 1955 vi fu la cerimonia di inaugurazione per la riapertura con il Fidelio di Beethoven.
VIENNA PER NOI
Il mondo Lesbico di Vienna è piccolo, ma molto interessante e vivace. Viviana Gonzales-Ferreiro, ex proprietaria del locale Marea Alta ci dice: “Nel mondo Lesbico viennese si organizzano anche eventi molto vari e diversi fra loro. Ce n’è per tutti i gusti; ma non è soltanto l’animato viavai a rendere il mondo Lesbico di Vienna così speciale, è la solidarietà ad essere molto forte qui, veramente fortissima”,
Il Marea Alta è uno dei locali lesbo più apprezzati di Vienna. Arredato nello stile della Parigi anni 30, piccolo, ma con un’atmosfera eccezionale ha per motto “un luogo diverso per le persone diverse”. Principalmente rivolto alle donne Lesbiche è però aperto anche alle altre realtà LGBT.
Las Chicas, club per sole donne, per scatenarsi nel ballo, sorseggiare cocktails, ascoltare musica dj dal vivo e godersi delle proiezioni a tutta parete. L’ambiente è divertente e variopinto, giovane, ma non discriminante. Disco Pub dove passare la serata e magari anche la notte, all’insegna del divertimento.
Appuntamento a giovedì con la Vienna contemporanea.
Volkstheater
Neustiftgasse 1, 1070 Wien
Opera di Stato di Vienna (Wiener Staatsoper)
Opernring2, 1010 Wien
Marea Alta
Gumpendorfer Strasse 28, 1060 Wien
Las Chicas Clubbing
http://www.pinked.at/ Wien
Flavia Franceschini per ArciLesbica