da “27esimaora.corriere.it” del 21 dicembre 2015
Apparteniamo a un’associazione, ArciLesbica, in cui la discussione sul tema della gpa va avanti da anni e ci ha portato ad ammettere la GPA altruistica, cioè slegata dalle logiche di mercato, ma non la gpa commerciale. Per noi una donna può decidere di affidare ad altr* chi nasce da lei, ma perché si tratti di un gesto credibilmente solidale, non dev’esservi passaggio di denaro, ma responsabilità, fiducia, relazione. Ci viene detto che esistono donne, libere dal bisogno, che decidono di portare avanti una “gestazione per altri” dietro pagamento, magari con l’ovocita di un’altra donna al fine di recidere un possibile legame con la prole, tuttavia non possiamo dimenticare che il generare a fine di lucro porta al moltiplicarsi e prosperare di agenzie di mediazione, lucrose cliniche specializzate, agenzie pubblicitarie, interventi di medicalizzazione invasiva, ma sopratutto alla commercializzazione dell’umano e alla riconduzione delle donne a strumento in mano agli utilizzatori.
Fautori e fautrici della liberalizzazione della gpa, accusano i nostri argomenti di fondarsi su un’idea stereotipata della donna fragile e materna, ma non vi è in noi alcuna mistica del rapporto tra feto e gestante, infatti siamo contrarie anche alla vendita degli organi, questo non perché sussista un qualche tipo di rapporto essenziale tra la donna o l’uomo e il suo rene, ma perché siamo persuase che debbano esserci ambiti indisponibili alla compravendita.
Noi non pensiamo di parlare per tutte le donne, ma stiamo parlando da donne di un’esperienza complessa che riguarda il genere femminile, visto che, vale la pena ricordarlo, «il maschio per sua natura non può avere una gravidanza» (cfr. Daniela Danna: Surrogata? Solo per le donne, Che Libertà, 6 novembre 2015 ) e la funzione materna non deve mai più essere motivo di assoggettamento delle donne.
Infine alcuni e alcune lamentano che il dibattito sulla gpa cade in un momento in cui potrebbe compromettere la legge Cirinnà sulle unioni civili (che, sottolineiamo, di gpa non parla): a costoro rispondiamo che una legge sulle unioni civili è in cantiere nel Parlamento italiano da almeno 10 anni e tuttora non sembra avviata a un’approvazione, non certo per il dibattito sulla gpa.
Non cerchi scuse il governo se non è capace di dare al nostro paese una legge di civiltà che riconosca le famiglie lesbiche e gay.
Elena Lazzari, Segretaria Nazionale ArciLesbica
Cristina Gramolini, Presidente ArciiLesbica Milano